Guizzo's Anna's virus – La mosca

mosca3 " C’è una mosca spiaccicata sul soffitto", dice Mark con aria annoiata.

"Certo che c’è, l’hai spiaccicata tu" risponde Anna.

Lui non replica più, si scosta con un fruscìo il lenzuolo via dal fianco, e si alza.

Anna non cerca di trattenerlo, lo sa che ormai è inutile. E’ abituata a questo rituale, come è arrivato se ne va, abbandona il letto caldo e le lascia uno strascico di ricordo quasi fisiologico.

I loro gesti sono ormai stanchi, ne convengono entrambi ma nessuno dei due osa pronunciare la verità.

Ora però è diverso. Mark non è riuscito per un solo istante a smettere di pensare a Kate. Nei suoi occhi non c’è che lei, l’ondeggiare dei suoi capelli, il lampo di passione negli occhi, i baci non dati e il tutte le intenzioni di rimediare al più presto. E’ stato inutile dirottare questo desiderio soltanto perché nel letto non riusciva a prender sonno, ora sente soltanto quel brutto senso di colpa, e disagio che fatica a dissimulare.

Gli torna alla mente il recente ricordo di quanto accaduto tra le lenzuola, con vergogna ricorda di aver voltato Anna di spalle per evitare di fissare continuamente il volto di Kate sovrapposto a quello reale. Poi, il silenzio totale.

L’uscita della mosca è stata penosa, non dovrà più ripetersi una situazione così incresciosa, Mark giura a se stesso che non cadrà mai più così in basso, e così decide di parlare, una volta per tutte bisogna chiudere questa porta, per il bene di entrambi.

Anna si è seduta, nuda, di fronte allo specchio, e si spazzola i lunghi capelli con gesti lenti, consueti.

Le lunghe dita che prima scorrevano sul corpo di Mark ora si attardano dietro un orecchio.

Mark non sa come iniziare il discorso. Lei percepisce la tensione ma fa finta di nulla, finché le parole "non credo che dovremo vederci ancora" all’improvviso non esplodono nella stanza, e lì restano a galleggiare, come enormi palloni ripieni di elio, a toccare il letto ancora caldo, sfiorare i corpi, rimbalzare sul soffitto con quell’orribile mosca.

Il flebile "perché?" che esce a stento dalle labbra di Anna è carico, saturo di tutte le domande che lei non ha mai avuto il coraggio di formulare, è gonfio di immagini rubate di nascosto dietro una finestra, chi è quella bionda non chiede Anna, certa di sapere già la risposta e di saper attribuire a tutto questo il repentino cambiamento del suo uomo.

"Suo", persino nei pensieri fatica ad utilizzare questo pronome, perché anche se finge di non vedere, anche se ha sempre sperato un giorno di poter ottenere, quella persona che la visita nel cuore della notte senza dire una parola, e a cui lei ha sempre permesso tutto senza battere ciglio, tutto si può dire tranne che "sua".

Ora, però, ci sono quelle parole che bruciano, e ad Anna viene a mancare il terreno sotto i piedi, già sa che non ci sarà opera di devozione, non ci sarà piatto caldo in cucina, corpo nudo in attesa, nulla potrà più distogliere quest’uomo dalla passione che ormai già brucia dentro i suoi occhi, e che lei non è mai stata in grado di accendere.

Soltanto una stupida avrebbe potuto non rendersi conto del nuovo fuoco che attraversa Mark, soltanto una come Anna, che si ostina a non voler vedere, e ora finge di non capire, mentre la sua voce diventa un urlo quasi isterico, e costringe Mark a prendere la porta e sbattersela alle spalle, accompagnata dall’eco di uno stonato "me la pagherai"…

Roseanne miagola, interdetta.

06.09.2006

O.S.T. Max Gazzé, Annina 

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2 commenti su “Guizzo's Anna's virus – La mosca

  1. Ah, no, non è un nuovo episodio, ma uno molto vecchio (che siccome guizzavate in 500 non riuscivo a capire che cosa succedeva).

    Al tempo non l’avevo letto.

    C’era una atmosfera “intrigante”.

    Ciao

  2. Micol il said:

    Un racconto breve intenso e logico anche inconsiderazione di quelle contraddizioni troppo spesso comuni all’interno della “coppia che scoppia”.
    Benchè di scorrevole lettura ho avvertito il peso di ogni parola sensibile agli stati d’animo dei protagonisti.
    Mi ha attratta Max Gazzè che mi ha accompagnato nella lettura.
    Bene.
    Buona giornata.
    Mic

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