Zimona

esterne201515572003151807_big Era là tra gli insegnanti che si presentavano ai genitori dei bambini di prima, l’ho riconosciuta subito perché sapevo, la ricordavo insegnante di inglese ai bambini delle elementari, e poi non era cambiata per niente, i suoi capelli liscissimi, gli occhi verdi, la voce roca…

Simona, scherzosamente appellata Zimona durante quell’anno di corso di tedesco frequentato insieme, lei che continuava a rimarcare su differenze e somiglianze tra lingua inglese e lingua tedesca, io che prendevo appunti come una secchiona (come fai a ricordartelo ancora, Zimona?) e poi andavo in crisi per il dativo e l’accusativo…

Zimona, che dopo la riunione mi hai mostrato l’aula di inglese, mi hai chiesto di mio figlio, e non solo, perché abbiamo poi passato più di un’ora a raccontarci gli ultimi sette anni, sulle labbra il sapore di una sigaretta che attendeva nella borsa da mesi, e il gusto di quel che poteva essere (So, so you think you can tell Heaven from Hell, blue skies from pain…?) e che non è diventato mai.

Il tempo di una sigaretta non basta, perché un discorso tira l’altro, poi l’età che cambia i punti di vista, ci raccontiamo i figli che dovrebbero farci crescere ma non capita mai, anzi, sono loro a farci andare avanti con la forza dell’acciaio anche quando siamo convinti di essere coloro che li proteggeranno (A smile from a veil, do you think you can tell?).

Quei figli poi crescono che quasi non te ne accorgi e ti portano via gli anni incoscienti, quelli che lasci scivolare via con la convinzione che avrai sempre tempo per aprire quel ristorante, sempre modo di andare a vivere in Inghilterra, oppure forse no.

Tu in Inghilterra ci sei stata, a Manchester, in quella scuola a cui i ragazzi andavano con la spranga di ferro nello zaino, e ci sei rimasta poco, ti sei chiesta dove erano realmente i tuoi sogni, è per questo forse che sei tornata? (And did they get you trade your heroes for ghosts?)

Io non ho aperto nessun locale, e ho anche smesso di studiare il tedesco, ogni volta mi ripeto che vorrei ricominciare ma non lo faccio, lo vedi anche tu che per il mio lavoro nemmeno sarebbe utile, non basta la passione, né la propensione – sapessi come mi si è arrugginito anche l’inglese e il francese… (Cold comfort for change?)

Poi parliamo delle separazioni, facciamo fronte femminile comune a quegli uomini "tutti uguali", eterni Peter Pan pronti a volare verso l’Isola Che Non C’è, uomini e donne separati che vivono i figli a spicchi – quattro bambini solo in questa classe (And did you exchange a walk on part in the war for a lead role in a cage?), genitori iperprotettivi oppure carichi di sensi di colpa da riempire con un acquisto.

Zimona, tu che mi hai insegnato a usare Icq e dicevi "I surf the web" quando Internet era ancora uno svago vago, tu che mi insegnasti la passione per Dahl e i suoi racconti, siamo cambiate tanto in 7 anni, magari non fuori, ed ora siamo qui a raccontarci di tiroidi che non funzionano e corpi sbagliati per fare figli, e poi ci fermiamo a pensare a quanto sia ridicolo tutto questo in confronto alla nostra isnegnante che ora ha solo più due ciocche di capelli e fissa il vuoto (running over the same old ground what have we found?)…

Zimona, ti affido mio figlio, adesso, non siamo più quelle di allora, ma sono stata così felice di ritrovarti.

Pioveva a dirotto e ci siamo salutate sotto le lacrime del cielo, (The same old fears), poi sono salita in macchina ed ho acceso il lettore mp3, c’era questa canzone, che questa volta mi sento di cantare così: what have we found? The same old fears….. but we are here.

(Grazie ai Pink Floyd e a Wish you were here, e a Henri Matisse e ai suoi Pesci rossi con scultura)

 

15.09.2006


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6 commenti su “Zimona

  1. Se quel che dici è vero, allora mi serve il mood depresso per scrivere.. Non so se mi va bene lo scotto da pagare….

  2. d’altronde, agnès, io penso tu piaccia a chi viene qui sopra anche (se non: proprio) per quel velo di malinconia che risalta fin dalla foto che hai scelto come logo

    eppoi è inevitabile, esser down: tu sfrutta scrivendo

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