50 sfumature al nome del blog

Quando il talentuoso e giovane Marco m’ha traghettato il blog ha dovuto accorciarne il nome, e così “Le donne che scrivono (sono pericolose)” è diventato “Le donne che scrivo”, il che mi piaceva, come eco di un tempo in cui mi dilettavo ad infarcire web e word di pseudoerotismi e introspezioni varie. La mia nuova mammitudine ha poi preso il sopravvento, in maniera meno tormentata della prima, e così ho pensato che titolare il blog con l’affermazione che “Le mamme” (non sempre e non tutte, ma nel mio caso sì) “che aspettano sono noiose” sembrava adeguato.

Poi s’è perso quel “noiose” perchè, di fatto, scrivere due o tre volte l’anno non è che possa annoiare poi molto.. statisticamente corro il rischio di stufare soltanto più tre o quattro persone. (Per contro, pare che oggi furoreggino i mommy-blog, ora che non sento più così forte quella necessità di sfogo che invece urgeva alla prima mammitudine – ora mi godo il fiorire degli anta con l’unico cruccio di non aver il fisico per tener testa all’irruenza della mia piccola.)

Da ultimo, per quel che ho appena fatto bisognerebbe un’altra volta rimaneggiare il titolo. Ci vorrebbe un “le donne che scrivevo”, con l’aggiunta di un “erano così patetiche?” La versione “mamma” qui si deve nascondere, e un po’ della donna soprattutto vergognare, visto che… ho ceduto… e ho comprato le 50 SFUMATURE.

Dopo aver riso su ogni tipo di stroncatura di critica e invidiato un po’ il successo di vendita, ma non volendo sprecare i quindici euro, ho comprato l’ebook, sperando di cogliere così due piccioni con una fava: stare al passo coi tempi e vedere se non son troppo vecchia per digitalizzare la lettura, e poi toccar con mano l’estro letterario in campo di erotismo sadomasochistico della Signora James.

Insomma…. sarei poi stata capace di scriverla anche io, una trilogia così, avrei fatto meglio (dicono che ci vorrebbe poco, oppure è la solita invidia di chi dice di fronte a un quadro con uno sfregio “l’avrei fatto meglio io” eppure non ci ha mai provato) … e soprattutto, ci sarà  sostanza per invidia vera, oppure sarà la solita operazione economica ben riuscita? (Una volta erano cento colpi di spazzola, ora centocinquanta colori.. insomma… forse dovevo metter qualche numero anche io, nei titoli…)

Nel mio work in progress sono al bilancio sul Capitolo 1: niente di più che la ripetizione dell’ennesimo hardmony – la vecchia, trita e ritrita ragazzona impacciata che non riesce a pettinarsi, sbaglia i vestiti e si sente inadeguata. Mi ricorda tanti, tanti, inizi di scritti di cui non andar per niente fieri. L’unica morale che questo capitolo 1 ribaltato sull’amarcord dei miei passati tentativi narrativi mi fa scaturire dal cuore è la seguente:

amiche, vi devo chiedere pubblicamente scusa per avervi costrette a leggermi in passato, vi ho caricate di fardelli imbarazzanti senza neanche alleggerirvi l’animo alludendo a parti inventate… Per amicizia avete anche subito la docu-fiction dell’asilo bdsm di una disagiata-vedi-sopra-alla-voce-ragazzona-impacciata-eccetera-eccetera.

Chiedo perdono!

E vi terrò aggiornati.

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3 commenti su “50 sfumature al nome del blog

  1. La scorsa estate ho sfogliato le 50 sfumature all’aeroporto di Caselle, in attesa di partire per Creta. Beh, ho avuto la sensazione che fosse prodotto da qualche programma automatico di scrittura, combinando e ricombinando tutti i cliché del genere in uno stile da EEG piatto.

    … L’idea dell’asilo bdsm invece è divertente!
    Bodypainting?

  2. Io invece tornavo dalle vacanze, mi fermo ad un autogrill ed entrando vengo assaltato da una montagna di libri grigi accatastati, in vendita a prezzo scontato. Ma che minchia è?! … 50 sfumature di grigio ecc. boh …
    Il mio “direttore interno istintivo” mi ha chiesto di allontanarmi e nemmeno sfogliare una pagina. Mi salva sempre. Tornando, ho letto la classifica dei libri più venduti IBS ed erano proprio quelli che mi sbattevano in faccia in autogril. Allora: erano venduti in autogril perchè più venduti, o venduti perchè in autogrill (e nelle classifiche?) Il dubbio mi viene. Unito alla sempre più chiara certezza che il mondo dei media è irreale, e quello che non è mediabile (essenzialmente, i rapporti vitali con le persone, e gli esseri viventi in generale) è il solo vero.

  3. Agnes il said:

    Io invece non l’ho trovato, in autogrill – ma dove sarò’ mai capitata? – e dire che ero tentata, di comprarlo in vacanza, il tomo… Poi mi son chiesta se sarebbe stato davvero il tipo di libro che avrei voluto lasciare in vista sulla sdraio durante il bagno…. Ora che sono al capitolo 12 penso che si potrebbe tranquillamente abbandonarlo sulla sdraio di qualcun Altro…. Se non lo avessi preso in versione per iBook!

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