La neve se ne frega

La neve se ne frega  è il nuovo libro di Ligabue. Lo avevo preso ed accantonato un po’ delusa prima ancora di leggerlo, soprattutto perchè avevo sgomitato così tanto per una dedica mai arrivata… Poi ci son tornata su, ho deciso di dare alla storia una seconda possilbilità, e così l’ho divorato in poco tempo. Le vite si svolgono al contrario, nel mondo che racconta Ligabue, e in un ipotetico futuro molto orwelliano, un “piano Vidor” stabilisce tutto: il lavoro, la compagna/il compagno, la vita, i tradimenti.


Questo per garantire a tutti il diritto alla felicità. Ma si può programmare la felicità? Certo, non è negativo nascere anziani (da una provetta) e diventare via via più forti, più belli ai propri occhi e anche di fronte ad un compagno di vita scelto raggrinzito e destinato a migliorare… Non è negativo ritrovarsi adolescenti, pur portando nella testa e nel cuore la saggezza della vita già trascorsa, ed avere più scientemente desiderio di spendere energie, di vivere la vita anche se si sa benissimo che si sta assottigliando e se le coordinate della morte sono perfettamente note…


Sarebbe bello che l’anno zero ci portasse via con il sorriso del neonato sulle labbra, con quella serenità beata dell’innocenza, con la perdita progressiva delle capacità di fare anche le cose più semplici, come parlare, ma senza il peso di un corpo vecchio e malato, piuttosto invece trasformandosi in esserini sempre più piccoli, teneri e dolci,dei quali è piacevole prendersi cura…


Quello che amareggia nella storia è il fatto che questa serenità, questo controllo che permette sì di debellare ogni infelicità ogni malattia ogni insuccesso, comportano un vincolo strettissimo alla vita, alla libertà di scelta. Il controllo costante e regolare attuato attraverso telecamere e microfoni per non lasciare sfuggire neppure una sillaba al Programma non è fatto per gli esseri umani, creati per pensare, scegliere, deidere e sbagliare per conto proprio.


E così ci si costringe a parlarsi sotto la neve, unica condizione atmosferica che permette di disturbare le ricezioni visive e uditive, e gli incontri al freddo diventano una sorta di clandestino legame,più potente del sesso, più potente del sangue. Più potenti di ogni cosa, perchè la felicità non si programma, arriva inaspettata (mi ripeto, lo so, ma Carver questo lo diceva con una semplicità disarmante, non si può non citarlo e non copiarlo sempre..), semplice, breve. Arriva perchè la cerchiamo, perchè la scegliamo, e se ne va quando la desideriamo troppo.


Per fortuna ci sarà sempre neve….


Sto aspettando il prossimo inverno.


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