La regina tristolina

La regina tristolina, mi ha chiamato stamattina mio figlio. E’ sempre l’unico ad accorgersi dei miei sbalzi di umore, ma questo suo appellativo m’ha stupito perché era un po’ di tempo che non mi rabbuiavo. Pensavo che crescendo avrebbe perso un poco di quella sensitività propria dei bambini. Invece no. Tristolina. Lui che ha preso sul ridere tutto, e ora punta il dito, proprio lì, forse mi vuole insegnare l’atteggiamento giusto per ogni cosa. Ripercorro col pensiero gli ultimi giorni.

Le gambe colonne d’Ercole. Affermazione magari nemmeno diretta a me, ma letta proprio quando il medico mi prescriveva punture da fare nella pancia per problemi circolatori. La principessa invecchiata. Ma per i bambini anche un ramoscello è una colonna, e una scalinata un castello da espugnare, un fosso è un grande mare in tempesta e i gusci di noce sono velieri. Sono un monumento, i miei piedi lambiscono strisce di terra, io gigantessa – nana – statua di una libertà vaneggiante.

Però l’ha detto lui. Lui che qualche anno fa mi disse che ci saremmo rivisti quando sarei diventata "leggera", ed io con leggerezza ho perso dieci chili ma poi lì son rimasta, più leggera nell’animo, più pronta ad amarmi, ma sempre ugualmente ingombrante. Con la fissa del mento, da quando la tiroide si è messa a fare la stupida, e ho mandato a stendere la dietologa e il suo sovraddosaggio di iodio e il prozac per dimagrire. Con la fissa pure del malumore perché già, prima c’era il prozac. E adesso? Che si fa adesso da soli? La regina grassa, la principessa sola nella torre. Che di notte di nuovo si sveglia e magicamente si accende la lampadina del frigo.

Mi esorto… Chiudi gli occhi, stringili più forte e non muovere le gambe dalle coperte. I sogni sono un’invenzione dei bambini regalata ai grandi.

Ma dopo i sogni c’è la mattina, con i test di gravidanza e le aspettative che improvvisamente si mostrano feroci. L’ipotesi di un figlio che non è mai così dolorosamente triste o felice come quando pensi di trovartelo davvero dentro che attecchisce. Ritrovarmi a non sapere se preferivo un + o se son più felice del – nel piccolo riquadro dell’indovino della farmacia. Con la mente ripercorro le rinunce, come giganti di carta, di fronte alla voglia di fare un’altra volta qualcosa di più importante di me. Mentre faccio la spesa settimanale e sporgo il naso nell’espositore dei formaggi chiedo con la stessa nonchalance "vuoi il gruyère" e "vuoi un altro figlio". Alla parola "paura" come unica risposta sto zitta, ma egoisticamente evito di rivelare esiti negativi che ci scagionerebbero dall’eventualità. Lo lascio macerare nell’incertezza, forse sono cattiva.

Cattiva, come i bambini quando dicono la verità in faccia: tu sei brutto, tu sei antipatica, non ti faccio amico, non voglio giocare con te.

Resta in attesa, immaginati padre per qualche giorno ancora, soffri nel pensare a ciò che hai vissuto l’altra volta, chissà se non riuscirai a capire che non è stata colpa di nostro figlio, quel che è successo. Non ci libereremo dalle catene dei nostri ricordi negativi finché non proveremo a scioglierle come un fiocco azzurro o rosa, di tulle, posto sulla porta di casa.

Invece… il silenzio. Né un voglio né un non voglio per giorni.

Una sola domanda, nel sentire parlare di punture da farsi nella cintura addominale: lì, improvvisa paura per un bambino che non c’è, mentre prima era tutta indifferenza per la salute della madre. Non è tanto la mancanza di interessamento per i miei piccoli malanni: il tutto non fa che aiutarmi a minimizzare… Mi sento offesa quando ciò che prima era del tutto irrilevante muta ad importanza nazionale se il bollettino di salute riguarda una donna gravida: allora si affigge sulla porta di casa di quattro nonni. Tutto diventa "in funzione del bebé" , la mamma è un involucro!

Sono contenta di non essere incinta. Sono egoista, cattiva, contenta. Voglio sentirmi il centro dell’universo, come i bambini, importante, coccolatissima quando malata.

La regina tristolina. Eccomi.

Dimenticavo… Barbara è incinta.

  

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2 commenti su “La regina tristolina

  1. Perché cattiva? – giustamente centro del mondo!!!! io VOGLIO essere il centro dell’universo – ma non solo per e pro la carne della mia carne…anche per lui. Soprattutto per lui…non è egoismo – semplicemente desiderio legittimo!!!! stré_saggiamente dalla periferia (ahimé….)

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