Cosa fatta (Gratta)capo ha.

Ho inviato or ora il mio racconto per il concorso il cui nome inizia con XXX…. Con molta superbia ho valutato le possibilità di pubblicazione, richiedendo l’utilizzo di uno pseudonimo. Mille domande sono nate in questi giorni. Fino a che punto osare e da quale sottile linea di confine in poi vergognarmi di me, invece. (Una vocina mi diceva di osare, e ricordava le mie autrici erotiche preferite, che ne sarebbe stato di Una Chi se non avesse sproloquiato, che cosa di Florence Dugas se non si fosse immersa fino al collo nell’osceno?)

ospitalit1 Rileggere certi termini nei miei scritti di solo due anni fa mi porta ad arrossire. Poi, però mi assopisco con la testa poggiata su pagina 44 delle cortesie per gli ospiti di Ottavio e Roberta, nel primo volume delle Leggi dell’ospitalità di Klossowski.

Bisogna che impari un po’ di coerenza e di coraggio. (Nel frattempo, voi lettori, incrociate le dita per me, finire su carta è un grandissimo sogno che non si avvera da troppo tempo….)

26.09.2006

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2 commenti su “Cosa fatta (Gratta)capo ha.

  1. Una volta ho vinto un premio importante ad un concorso di scrittura. Ma non posso più partecipare perchè io ho il vizio di scrivere tantissimo e poi di cambiare i finali in continuazione e quella volta non sapevo che finale avessi consegnato e quando mi chiesero del perchè di quel finale divenni paonazzo e la sala fino allora semibuia s’illuminò. Da allora ho chiuso con i concorsi e grazie al blog mi diletto a scivere tutto quello che mi passa per la tesa in pienja libertà.

    Comunque un in bocca al lupo e non dire crepi perchè ne sono rimasti così pochi di lupi.

    ciaufffffffffffffffffffffffffffffffff

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