Il vizio dell'amore

A pagina 7 Il danno, a pagina 8 Carver, ed è solo l’introduzione.

In "L’altra", a pagina 12, trovo la vita che volevo e la vita che ho, la mia trama prevedibile e scontata.   

Ne "Lo specchio" vedo l’esistenza attraverso i sogni, e ritorna la presenza ingombrante e schiacciante di mio padre. Mi ricordo Carlotta che danzava sulle punte, facevamo le medie, io iniziavo a portare le lenti a contatto, mi sentivo bellissima finalmente libera dagli occhiali. Rivedo la recita di fine anno, mi ricordo ancora tutte le battute. Ora è a pagina 18.

"Beso negro" invece rispolvera quando con un altro nome mi ero infilata nei pensieri nascosti di una persona con cui condividevo il letto. Lui non l’ha ancora scoperto oggi, nonostante ci siamo spiati e scarnificati, e feriti in così tanti modi da non poterli mettere in un romanzo. Nonostante abbia tutte le mattine di fronte agli occhi un grosso vaso con sei canne di bambù, due regalini in fondo a un cassetto del comodino e uno strumento da equitazione in fondo all’armadio, avevo rimosso, ma ora ci pensa pagina 25.

"Carta igienica" è a pagina 35 e mi ricorda che si può amare un quasi prete, o l’idea della sua capacità di amare. Oggi mi dico da sola le parole che mi avrebbe detto. E’ patetico il livello che può raggiungere l’idealizzazione.

"Il sospetto" lascia il dubbio che un’ipotesi riesca davvero a riscuotere dalla monotonia quotidiana. Mi chiedo cosa è giusto e cosa è sbagliato, dove sta il confine tra il bene e il male, mentre l’eco di un laccio si stringe intorno al mio collo e le gambe cedono. Di nuovo i contorni e i colori si mescolano, nonostante gli sforzi per tenere tutto a fermo e a posto.

Poi con "La frase", a pagina 43, arriva Mara. Ci sono differenze, lei è una donna, mentre io ricordo un uomo come una farfalla fragile e gentile al quale regalai un paio di autoreggenti nere con il bordo di pizzo.

A pagina 47 inizia "La fede" e così ho deciso di smettere di farmi del male.

Ho perso la settimana scorsa l’anello nuziale nel bidet. Mi è caduto mentre l’acqua scrosciava e mi stropicciavo la mano. Dopo anni in cui lo mettevo e lo tolglievo, chiedendomi ogni volta perché mi sentivo così 2007021318104088indifferente a quel simbolo, e quasi vergognandomi con gli altri per l’ombra bianca sul dito nudo, alla fine l’ho persa. E ho pianto.

Una coincidenza va bene, due assonanze pure. Ma riproporre così tanto, e all’improvviso, è troppo per me. Ho bisogno di dormire la notte. Possibilmente senza sognare.

Forse impegnandosi, e strizzando forte gli occhi, contando invece di pensare, dormendo invece di piangere, si riesce a perderlo, questo VIZIO DELL’AMORE. Leggere libri non sempre fa bene al cuore.

13.03.2007

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