Che tristezza

Volevo chiudere il blog. Volevo farlo dopo aver riportato la mia citazione preferita da Meno di zero, però viaggio da due giorni con il libro nella borsa senza riuscire a riportarne una sillaba qui sopra.

In compenso, pensavo al bisogno di cambiare, al fatto che invece di prenotare il parrucchiere, tirare giù le tende, cambiare lenzuola, mi è presa voglia di cambiare letto, blog, nome (per il fisico, ci vorrebbe più tempo).

Parlavo con Roberto, lo scorso week end, di quelli che lui definisce i suoi "piani quinquennali", ovvero trovare una donna, passare attraverso corteggiamento, affiatamento, assestamento, consolidamento e ritrovarsi a dire "arrivederci amore ciao" nel momento in cui si materializza il passo della convivenza (cinque anni, con pochi mesi di scarto tra episodio e episodio). Statisticamente, ciascuna di queste mancate compagne si è dimostrata pronta al grande passo con l’uomo successivo, anche a distanza di pochissimo tempo. (Un imprinting considerevole, ci sarebbe da costruirne una professione, il "preparatore di compagne conto terzi")

Roberto si è iscritto ad un sito web di incontri. Quello della pubblicità in cui i genitori chiedono "come vi siete conosciuti?" e lei risponde "a Canicattì mentre facevo le pulizie a casa della signora Concetta" mentre lui smentisce "in ufficio, durante un brainstorming in cui tutti quanti stavamo cazzeggiando". Han tutti e due ragione, ma nessuno ha il coraggio di dire apertamente che si son trovati su internet.

Che squallore, mi fa Roberto. Intanto però ci va, conta il numero di iscritte donne della nostra città (un numero esagerato), sbircia anche i dati della sua "due ex fa", e non è stata impresa facile stanarla (come dirò più avanti, ho fatto la guardona pure io). Si lamenta con me di come alla nostra età sia diventato difficile incontrare-nuova-gente-restare-amici-di-tutti-naoh neee-naoh-noooo (finchè qualcosa-cambierà-finchè-qualcuno-ci darà-una terra-promessa-un-mondo-diverso-dove… eccetera eccetera.)

Gli dico "iscriviti a un corso di tedesco" (per Barbara non funzionò, per me, per certi versi, anche troppo) e liquido la cosa.

Poi, mi incuriosisco, e così mi registro. Ci impiego anche un bel po’, per trovare un nick non ancora utilizzato che non mi costringa ad usare il suffisso "3456647". Sfoggio la mia miglior capacità di mentire su età, provenienza, aspetto, stato civile, morale religiosa, ascendente zodiacale e colore e lunghezza del pelo pubico. Poi, entro. Cerco i miei concittadini maschi, la curiosità è troppa. E lì, bum. Tizio, che viene sempre in ufficio, cliente assiduo. Caio, che fa consegne due volte al giorno per il mio miglior fornitore. Sempronio, Pinco e Pallino che conosco solo per il fatto che lavorano nella stessa software house (fossi nei panni del loro capo, più che del loro cuore solitario mi preoccuperei della resa in orario di lavoro).

Poi c’è A. che faceva l’animatore all’oratorio, e c’è anche M., mio compagno di scuola alle medie, e compagno di banco nelle ore di educazione tecnica (l’ultima volta l’avevo visto al parco con moglie e passeggino… è poi che è successo?). Mi assale una tristezza infinita, e da questo a iniziare a vergognarmi di me, il passo è troppo breve. Sono più malinconici loro, che magari cercano non dico l’amore della vita (bum) o la scopata facile, ma anche una serie infinita di sfumature di mezzo che un osservatore sconosciuto e bugiardo non può cogliere, o sono più patetica io, che me ne sto a scrivere, via un nick ecco l’altro, nascosta dietro un nuovo blog dal nome lucido e fiammante appena il vecchio dà segni di stanchezza da routine? Ci vorranno ancora tanti nuovi ameni lidi virtuali che occulteranno la mia vita, il mio lavoro, il mio status economico/sociale per mostrare le mie troiaggini telematiche piuttosto che i principi morali, un blog pronto a esaurirsi e a lasciarsi estinguere alla prima crisi di identità reale, mostrandosi per quel che è, uno specchietto per le allodole di una donna che magari nella vita è una pallida cicciona dal viso trasparente e le mani timide, o una casalinga frustrata e sola con un marito distratto e un senso di colpa latitante – e un brufolo sulla narice destra?

Personaggi imperfetti che incontrano centinaia di di altri personaggi simili, ogni giorno, ma non sono in grado di osservarli negli aspetti che un mostro come la rete – con tutti i suoi siti per appuntamenti, room per praticanti, chat per simpatizzanti, mail list per innamorati platonici – solo riesce a svelare, nascondendo tutto il resto.

Il blog nuovo? So già il nome. Se nascerà, ancora non so.

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4 commenti su “Che tristezza

  1. Se puoi, non disperdere la tua produzione, i blog, i nicknames. Sei sempre tu, nella chiarezza e nella contraddizione, nella stanchezza e nell’entusiasmo. E tu vali (perdona la citazione).

    Un abbraccio.

    P.

  2. Tanto poi ai vecchi lidi si torna – dalla strega alla coperta a ladychatterley e di nuovo alla strega; ché tanto siam sempre la ‘solita pallida cicciona dal viso trasparente’; e tutti gli amici tadadadeh tadadadah vanno e vengono – ma sempre i vecchi restano. Non so, non mi sento più saggia – è che sono stanca, stanca, sfinita e non ho più energie per traslocare. fosse anche in altro blog.

    🙂

    Un bacio, splendida Donnachescrive!Cri.

  3. Se vuoi, puoi venire a leggere sette nuovi bellissimi testi sull’amicizia, e se desideri scambiare un link con il mio sito puoi lasciarmelo scritto nei commenti.

    Ti invito anche nella mia mailing list, se vuoi.

    Un’augurio di felicità!

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