Fantozziana

Non lo so, perchè succeda, o forse mento a me stessa e lo so anche troppo, ma mi rifiutofantozzinuvola intraprendere qualsiasi azione (foss’anche una presa di coscienza) che mi costringa a correggere il meccanismo.

Capita così che, quando mi rendo conto che non sento una delle mie più care amiche da settimane, invece di prendere il telefono e chiamare, io inizi a sentirmi in colpa ma non faccia assolutamente nulla, crogiolandomi nelle mie scuse non dette.

Capita che mi ritrovi a disprezzare lo stile di vita di certi personaggi che mi ronzano intorno, e non dica una parola per dimostrare la mia disapprovazione. Capita che assista in silenzio a un discorso incentrato su barche "scarse" e yacht ormeggiati a Montecarlo, e mi senta un po’ come Fantozzi ridotto a lucidar la carena di prua mentre sbava sulla signorina Silvani che prende il sole. 

E poi capita. Che in certi sprazzi di intolleranza, presa da inutile e tardivo orgoglio, mi venga da urlare in faccia ad un cliente la sua disonestà, e a distanza di mesi, invece di domandarmi se poi abbia ottenuto "ragione o torto" e se abbia realmente richiesto e percepito migliaia di euro per una denuncia "pilotata", mi ritrovi a desiderare anche solo in sogno di mettermi in ginocchio e chiedere scusa, e che venga anche punita per aver alzato la voce.

Capita che mi ritrovi in Strada Cauda con la mente a chilometri di distanza, a ripensare con nostalgia ad un unico chimerico uomo che mi ha obbligata a scendere dal piedistallo delle cose che mi posseggono, dopo tanto tempo ho ancora la testa là, nonostante il mio sia stato un attimo di lucidità prima di risalire con ipocrisia sui tacchi della mia vita comoda e materialmente agiata.

Non va bene, questo, no.

Magra consolazione, il fatto che dai muri stiano staccando facce canute e sorridenti di chi un giorno consigliò di dimenticare uno zero in bilancio, di inventarsi qualche spesa non documentata per pagare meno tasse ed adeguarsi ad un lifestyle che non mi appartiene, e che mi rende complice di qualcuno per cui sarò sempre, inevitabilmente trasparente, quando non ingombrante, superflua, sostituibile. 

Lo so, la vita non è solo bianca o nera, ma vorrei il coraggio di colorarla meglio.

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2 commenti su “Fantozziana

  1. E’ il destino di chi vive altrove, cara Marie Agnees. Fuori luogo e contesto, sfasato rispetto al tempo corrente. Ed è ciò che i francesi chiamano esprit d’escalier, quando la battuta buona, che spiazza e inchioda, ti viene in mente troppo tardi.

    Hai nominato Via Cauda: c’è stato un periodo nel quale percorrevo Via Europa per recarmi dalla mia ragazza, che abitava in un paese non lontano da lì. Mi chiedevo se quello potesse diventare il mio mondo e in esso riconoscermi. Non fu così. Ad un certo momento mi resi conto di essere effettivamente fuori posto, non accettato. Scossi la polvere dai sandali e me ne andai. Leggere di quei luoghi mi produce ora uno strano effetto, in bilico tra il familiare e l’estraneo, la memoria e l’oblio. Però, grazie a te, non sgradevole…

    Un abbraccio.

    Pim

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