Guizzo's: A. Come Anna.

 Se ne sta spesso alla finestra, nascosta dietro una tenda, a sbirciare il mondo come una vecchia, come una fallita.

Vive in casa, da anni ha perso l’abitudine di uscire, fino ad arrivare al punto di temere persino l’arrivo del lattaio e la conseguente incombenza di poggiare il piede sul pianerottolo, per ritirare la bottiglia piena e depositare quella vuota.

Ha iniziato a costruirsi piccoli, rassicuranti, riti quotidiani che rispetta metodicamente: il primo piede a calzare una pantofola, il numero di passi dal letto al bagno, e poi dal bagno all’uscio, l’occhio con cui osservare l’esterno attraverso lo spioncino.

Poi, un respiro profondo, e via, in apnea fuori. Uno, due, dieci interminabili secondi e la porta si richiude, permettendole così di ritornare nell’avvolgente, confortante calore della sua coperta nido. Dietro, un festoso "miao" a salutare l’arrivo imminente della colazione.

Una gatta come sola compagnia, e per giunta, nemmeno sua. Custode di un animale per non dire di una speranza vana, da quel giorno che un uomo le disse "se non volevi risposte, non dovevi fare domande", e così lei smise di chiedere, di uscire, di vivere. Da allora rimane in attesa silenziosa, sempre più convinta che la sua dedizione, la sua docilità, la sua fedeltà verranno riconosciute come pregi a contorno di una fanciulla che non sa chiedere, non sa prendere, non sa imporre.

In fin dei conti è bella, se non fosse per quel capo chino, per quello sguardo timido, per quell’ostinazione nel non volersi truccare e stare in casa così, completamente spogliata di ogni autocompiacimento, ad eccezione di quelle scarpe, nere, con il tacco alto, calzate direttamente sui piedi nudi.

Con quelle scarpe si siede alla poltrona e aspetta. Si guarda intorno, ogni tanto si sofferma, si contempla le cosce, le carezza nell’onda di un remoto o recente ricordo. Ricama sull’epidermide invisibili lettere, A.

A. Come Attesa. Come i monogrammi sulle sue lenzuola. AA. Come Anna Ama. Come Anna, Agorafobica.

Poi sogna, come non le capita di fare a letto, e non soltanto per colpa dell’insonnia.

01.09.2006