Marmellata di coccole

Che giornata orrenda.

Alla cassa c’era una fila lunghissima e le due commesse erano già nervosette. Hanno chiamano un terzo tipo, all’interfono, e lui mi ha preso un’altra volta la carta di mano. L’ha strisciata, poi ha strappato l’ennesimo biglietto di "transazione respinta" e mi ha consigliato di telefonare al servizio clienti, perché la mia carta poteva essere stata clonata. O rubata.

Come, rubata? Ma questo tizio ha letto lì sotto? C’è il mio nome e il mio cognome, e questo è il documento che riporta gli stessi dati, come si permette lei di dire "rubata" di fronte a tutta questa gente?

Intanto mi arrivavano gli sms sul cellulare. Bip. Transazione respinta. Bip. Transazione respinta. Ma vaffanBIP!

Il servizio clienti era un numero verde. Che, guarda caso, non si poteva chiamare da cellulare.

Ho dovuto aspettare di essere a casa per telefonare e chiedere spiegazioni.

Nel frattempo, però, il negoziante antipatico si è tenuto la lavatrice, che sono andata a comprare da un’altra parte. E ho usato la stessa carta che a lui non piaceva per comprare un giocattolo, i cuscini nuovi per il dondolo, e la burrata per la cena. In tre posti diversi. A tutti quanti quella carta è piaciuta.

Però, certe emozioni (figure di merda comprese) non hanno prezzo. Così recita lo spot.

 

E poi capitano invece quelle giornate dense di piccoli avvenimenti importanti. Come il Festival della canzone in inglese, un evento per le classi della scuola elementare.

Di fatto, un piccolo ring quadrato nel cortile della scuola, e tutti i bambini assiepati intorno. Dagli altoparlanti un disco di Liga per riscaldare l’atmosfera.

Pochi genitori, nessun invito ufficiale.

Poi, a turno, tutti sul palco per una canzoncina.

Yellow lemon tree, gli Oasis. Le classi quinte.

You are my sunshine.. di… di… di chi era? Ricordo ancora le parole, le canto coi bambini quasi con la stessa foga di Zimona che mima e suggerisce a bordo palco. E quando i bambini di terza intonano quel "dear!" a fine strofa mi vengono quasi le lacrime di commozione per la loro pronuncia..

Quando tocca ai primini le lacrime escono davvero: tutto impettito il mio cucciolo che vuole essere chiamato ragazzo canticchia i nomi delle parti del viso con l’aria tesa per la paura di sbagliare. A fine esibizione scende soddisfatto i tre gradini e poi mi cerca con lo sguardo tra la gente per sorridermi.

P1012241La sera, quando rientra, lo sento confabulare sottovoce con papà. Poi arriva in cucina e mi mette in mano un barattolino di vetro trasparente, di quelli della maionese. Sopra c’è scritto "Marmellata di coccole". Dentro, tanti bigliettini colorati. Svito il tappo e ne apro uno: "cara mamma, sono contento quando mi porti con te a teatro".

E mi vengono gli occhi lucidi.

Per dirla alla maniera di quei tizi della carta di credito: questa emozione non ha prezzo.

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9 commenti su “Marmellata di coccole

  1. Qui qualcuno inizierà a commentare sui problemi che comportano le cassiere dei supermercati, qui la massa di quelli cui viene detto di guardar la luna e guardano il dito riderà della stupidità della pubblicità, io invece chiudo qui e rileggo la musica che hai scritto, in prosa, sulla quotidianità di una mamma al supermercato.

  2. Stavo già per commentare la vicenda della transazione respinta (è capitato pure a me, in un’officina di Lido di Camaiore, testata del motore fusa, 800€, la cartadicredito che fa inopinatamente scena muta, sudori freddi, ecchecazz…, poi – miracolo – si sblocca, uff, problema di linea telefonica, grrr…), quando il racconto prende una piega diversa, dolcissima. Mi hai fatto tornare in mente il topogigiesco “strapazzami di coccole”…

    Eh…

    Ce ne vorrebbero, sì…

    Buona serata, Agnès.

  3. non è uno spam … voglio farmi conoscere ma in maniera mirata…

    un marketing fai da te

    con chi ho in comune un certo sentire e l’amore per il raccontare

    ciancio alle bande che va anche bene

    Ho pubblicato il mio secondo libro, stavolta un romanzo, il primo erano racconti

    il titolo : La tana del salmone…

    Chi l’ha letto l’ha trovato interessante

    ecco un estratto di recensione webbica:..

    ..di LDO

    http://lontanodagliocchi.p2pforum.it/?p=2715

    “Il romanzo lo leggi e lo vedi.

    L’Autore, è riuscito a creare un set cinematografico. Allestimenti, personaggi e messinscene. Violente e senza sentimento. Consumate e bruciate. Al ritmo della stessa velocità quotidiana.

    Non c’è traccia di buona umanità.

    Anche i ricordi dolci dell’infanzia, devono fare i conti con il sopruso, la violenza della storia.”

    Raffaele Abbate

  4. Hai avuto solo la sfortuna di incappare in un problema momentaneo della linea telefonica. Capita spesso che in determinati momenti di eccessivo traffico i dati rallentino a tal punto da bloccarsi. Capita per esempio nei grandi supermercati il venerdì e sabato sera, quando la quasi totalità dell’utenza paga con bancomat o carta di credito e l’unica linea telefonica che collega gli “scanner” all’apposita centrale è li pronta ad esplodere. Le commesse handicappate ci sono di certo, ma forse in questo caso era solo iella. È anche vero che chi ti sta intorno pensa subito che tu sia una ladra o una truffatrice e ti guarda quindi con occhio circospetto, ad un certo punto ti viene la comprensibile e sacrosanta voglia di urlare: “””ma che cacchio avete da guardare IDIOTI ”””.

    Buona festività

    Ciao

    Francesco

    p.s. una volta avevamo una certa complicità… cosa è successo? Detesti a tal punto i censori della Stampa da stare alla larga anche dai blogger che lì hanno casa?

    Io non sono cambiato, mi fa sempre piacere ospitare le tue idee.

    http://indaffarato.blog.lastampa.it

  5. Agnès mi hai fatto venire i lucciconi!

    Ho immaginato il tuo piccolo ometto tutto teso e impegnato e il tuo orgoglio di mamma.

    Bello davvero

    Un abbraccio

    Cate

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