Potevo…

Potevo citare il testo per intero, di questa canzone di Ligabue che qualche per me insondabile mistero dell’html mi impedisce di farvi sentire. Ho scelto, invece, di ripescare qualcosa di mio. Una specie di poesia dell’ottobre 2002, giusto per dimostrare che non sono soltanto ombelicale, ma anche molto egocentrica (ombelicocentrica?). I cerchi si chiudono, e le parole che avevano un senso allora ritornano ad averne adesso. "Questa è la mia vita: certi giorni è poca, certi giorni sembra troppa, e invece non lo è mai".
Forse ho solo bisogno di un po’ di ferie (-11)…
Potevo avere tutto
Potevo essere felice
Famiglia, denaro, bambini, serenità
Occhi che mi guardavano teneramente
Piccole mani che mi abbracciavano
Cure quando malata, risate ogni tanto
Potevo avere vestiti
Gioielli
viaggi
Videoregistratori, auto
Potevo essere amata assolutamente
Ma tutto questo non mi andava bene, no
ho dovuto rovinare tutto
Per un pugno di sofferenza
Che nemmeno si vede, si tocca
Dovevo sentirmi la persona sbagliata
nel posto sbagliato
Come quando ero piccola
E avevo paura delle folle
Dovevo allontanare chi si sentiva come me e mi consolava
Dovevo rovinare quanto costruito
Sentirmi una fallita
Dovevo esternarlo, urlare a tutti com’ero diventata
Farmi additare come spostata
Dovevo cercare disperatamente un sogno
E una volta trovato,
invece di rimaner nell’incertezza, nel ricordo
dovevo far domande stupide
e tagliarmi via il dubbio consolatore dai pensieri,
attendere una risposta che non volevo avere,
di modo da perdere un’altra volta tutto.
25.07.2006
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