Certe notti

chitarraProbabilmente avrò già dato questo titolo ad un post, in un altroquando, perché finisco per citare sempre le stesse canzoni, e ricondurre i miei momenti a pochi, ormai noti, punti comuni. Ho anche un racconto, nascosto in qualche chiavetta usb, che inneggia nostalgico alle "notti in cui ti senti padrone di un posto che tanto di giorno non c’è". I ricordi legati alla musica sono gli unici a non sbiadirsi mai, suonati da chitarre che non hanno mai bisogno di essere accordate.

Soltanto qualche settimana fa ero la sera al pub con il bassista di un gruppo ormai sciolto di cui ero fan sfegatata nei fatti e groupie almeno nelle intenzioni e nei pensieri. Ci guardavamo tristi davanti a una birra constatando che un’era se n’era andata scivolandoci via tra le dita come sabbia, e nel mentre non ce n’eravamo neppure accorti.  C’erano una volta quelle serate passate rispettivamente a suonare sui palchetti dei locali di provincia mettendoci dita, cuore e passione, o spese quasi del tutto in macchina ascoltando cd nell’attesa di raggiungere lo sperduto posto e passare alla musica dal vivo. Musica che avremmo poi cantato a squarciagola dalla prima fila, occhieggiando il capo della "tifoseria", accompagnandosi ad amiche che poi sparivano nei bagni nel corso della serata e riapparivano più giovani e belle. Serate malinconiche di cui si scordavano presto due bicchieri di troppo e quattro curve mal prese, ma resta indelebile il momento di stupore toccato con mano quando, con il cellulare da una parte e un gin tonic dall’altra, il cantante del gruppo intonava per me, e per qualcuno all’altro capo del telefono, "Certe notti somigliano a un vizio che non voglio smettere, smettere mai".

C’erano una volta, ora non ci sono più. Le band si sciolgono, a volte fanno meno clamore di un Frusciante che finisce per intitolare un libro, però ugualmente segnano la fine di un tempo. Te ne accorgi dopo un po’, quando gli appuntamenti serali che ormai si contavano sulla dita di una mano vengono sempre più slittati, posticipati, infine soppressi. Ti capita di vedere il tastierista ballare e cantare una sera a teatro, sul palco. Ti chiedi per tutto il tempo del musical dove avevi già visto quella faccia, poi ti ricordi e scopri che il passo dal rocker alla comparsa è breve e denso di compromessi.

Quella sera ci siamo guardati negli occhi. Qualcuno, in qualche angolo remoto dei nostri pensieri, cantava ancora "quelle notti son proprio quel vizio che non voglio smettere, smettere, mai". 

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6 commenti su “Certe notti

  1. Questa sera hai un buon motivo per non uscire di casa….

    A parte il fatto che domani dovrai lavorare. Ah, non lavori? Beh, puoi sempre dormire qualche ora in più il giorno dopo… Come? Soffri d’insonnia? In ogni caso, cosa c’è di meglio del trascorrere una tranquilla serata a casa, magari sorseggiando del buon vino (se preferisci la birra fa lo stesso e se sei astemio/a allora potrai bere acqua fresca che combatte anche la disidatrazione…).

    Ma non è tutto…(continua)

  2. gli appuntamenti serali che ormai si contavano sulla dita di una mano vengono sempre più slittati, posticipati, infine soppressi

    Ti chiedi per tutto il tempo del musical dove avevi già visto quella faccia, poi ti ricordi e scopri che il passo dal rocker alla comparsa è breve e denso di compromessi.

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