Gente che viene, gente che va

Nel ripescare le mie vecchie parole dal blog oscurato per riproporle qui, più per mio sfizio e ricordo personale che per reale necessità, mi soffermo nel rivedere i vecchi commenti. Scorro nomi di persone che c’erano sempre e ora non ci sono più. Di visite estemporanee, di amicizie che sono durate un soffio. Di persone che commentavano per essere commentate. E, infine… per colpa anche di questa canzone che mi ricorda "la ragazza" che sarei potuta essere e non sono stata, percepisco ancora le presenze silenziose. Di chi non ha mai commentato ma c’è stato. Di chi a distanza di chilometri mi ha cantato una canzone. Di chi ha lasciato che volassi sulla luna, e che guardassi la pioggia.

Anche ora sta iniziando a piovere, tuona, e nell’aria si sente l’odore della geosmina.

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14 commenti su “Gente che viene, gente che va

  1. Beh, qualcuno rimane…

    Pensavo che potrei scrivere qualcosa sulle ragazze di Alba. Ho qualche trascorso… Non felice, ma nessun mio trascorso lo è particolarmente. (nemmeno il presente, ma questo è un altro discorso.)

    Che dici, ci provo?

    Ciao Agnès, buona giornata.

  2. Ciao Pim… Un racconto triste su una canzone mai cantata? Per essere stata così ingrata con te, sarebbe anche troppo….

  3. No, perché ingrata? E di che?

    🙂

    Pensavo ad un racconto estivo sul filo della memoria (e dell’immaginazione), un po’ pavesiano, un po’ erotico (spudoratamente erotico)…

    Una canzone mai cantata… è un’idea molto bella…

    Un abbraccio.

    P.

    P.s.: se ti va, scrivimi. Di qualunque cosa (anche di niente).

  4. Pim, il problema non è scriverti, anche di niente. Il problema è essere all’altezza di quel che mi rispondi! (Ecco perchè ingrata….)

  5. Hai ragione avevi numerosi estimatori… molti di questi hanno perso le tue tracce, altri invece si sono sentiti traditi da quella che alcuni reputavano “una giusta causa”. Peccato che giusta per quanto potesse essere ti abbia portata via da quella che era la sede più antica, e forse opportuna, per le tue parole.

    Anche se spesso non mi svelo, sono comunqeu un tuo fedele (amico?!) lettore.

    Ciao

    Francesco

  6. Non sono fuggita di nascosto facendo perdere le mie tracce. Me ne sono andata per motivi precisi e senza sotterfugi o comportamenti poco limpidi.

    Continuo a ritenere, a distanza di tempo e con l’animo raffreddato, la censura un atto gravissimo. Continuo a pensare che il comportamento adottato da un sito dal nome così rispettabile sia stato squallido. Lo penso in silenzio, non fanno per me le polemiche e le reiterazioni. Lo penso in piccolo, notando quanto l’impronta una volta professionale di un quotidiano diventi sempre più scandalistica e modaiola.

    Il mio orgoglio non fa passi indietro: non ho ritrattato come altri, perchè credevo totalmente nelle parole pubblicate, anche se non erano mie, per cui ho fatto la valigia e sono migrata. Sapessi la novità, in rete, me lo dissero da subito coloro a cui avevo chiesto consiglio.

    Non è un cambio di città, non è così scomodo venirmi a trovare.

    Inoltre, la mia sede più antica era questa, dove avevo già un altro blog prima ancora di quello che hai letto tu, e dove non ho mai avuto timori di essere censurata, magari per i miei racconti “a toni più caldi” (e chi pensava prima che la censura potesse mutilare per altri più stupidi motivi? Io mi preoccupavo per aver offeso il comune senso del pudore di civili persone usando la parola “scopare”, e invece ho scoperto che sono più pulite le mie digressioni sull’erotismo di tanti “truschini” commessi alle spalle di chi in certe iniziative e in certi sistemi era pronto a credere).

    Grazie per le visite, Francesco, che reputo motivate da una certa condivisione dei miei pensieri, e non desiderose di farmi tornare sui miei passi per cambiare idea.

  7. Indaffarato scrive:

    altri invece si sono sentiti traditi da quella che alcuni reputavano “una giusta causa”

    chi? nomi e cognomi. altrimenti sei TU, e soltanto tu, ad esserti sentito eventualmente tradito.

    Non difendo Agnès, che non ha certo bisogno delle mie parole di stima per sentirsi apprezzata, poiché già lo è, né del sito de “La Stampa” per avere una visibilità che sa conquistarsi da sola, senza link in prima o contentini vari.

    Ma non sopporto né tollero i toni da gran maestro che continui ad usare, come se ci fossero una parte giusta e una sbagliata, e tu sia rimasto inevitabilmente nella prima.

    Non sfruttare i sentimenti altrui – possano essere malinconia o tristezza – per ergerti, come già facesti, a strenuo difensore di un bene che è solo nella tua testa!

  8. anonimo il said:

    Marco

    L’ergermi a gran maestro, dici tu, valutare competentemente, oggettivamente e razionalmente, dico io, serviva soltanto come tentativo di aprire la visuale di coloro che, perché impegnati in altro nella vita, perché distratti o perché ciecamente fiduciosi delle competenze e quindi battaglie altrui erano e continuano ad essere all’oscuro delle regole che governano (spesso male) l’italica macchina giuridico-istituzionale. Vedo invece con un certo rammarico che pur dopo tanto tempo nulla sia cambiato nei fatti e nell’atteggiamento. Se nel frattempo hai denunciato all’Autorità Giudiziaria i reati di cui hai parlato, sarei contento di vederne copia in internet, quelli si, sono documenti pubblici ed inattaccabili da chiunque se non in un aula di Giustizia.

    A prescindere dallo specifico problema e dai pareri che palesemente continuano ad essere contrastanti, io mi sforzo di capire perché, certamente a causa dei miei enormi limiti, quando cerco un dialogo oppure faccio un commento sul blog di uno dei “trapassati” debba solo ricevere, insulti, attacchi, critiche ed accuse. Forse ho seri problemi con la lingua italiana, correrò quanto prima ai ripari.

    Il bene non starà certo nella mia “contaminata” testa ma credimi, da quanto leggo, non risiede nemmeno vagamente nella tua!

    Indaffarato

  9. valutare competentemente, oggettivamente e razionalmente, dico io, serviva soltanto come tentativo di aprire la visuale di coloro che, perché impegnati in altro nella vita, perché distratti o perché ciecamente fiduciosi delle competenze e quindi battaglie altrui erano e continuano ad essere all’oscuro delle regole che governano (spesso male) l’italica macchina giuridico-istituzionale

    Fammi capire: Agnès è una che reputi scema come gli altri che hanno seguito me, cattivo profeta? Quelli “fiduciosi nelle competenze altrui” sarebbero quelli che mi hanno dato il loro sostegno?

    Tu non sai niente di diritto, di giustizia, sei completamente ignorante in materia se poni la questione sul piano legale. Io non ho mai parlato di illegalità, io ho parlato di strane coincidenze prima, e di dilettantismo poi, da parte della redazione di un giornale serio come La Stampa, nel gestire la faccenda.

    Che c’entrano i tribunali e l’autorità giudiziaria?

  10. anonimo il said:

    L’insegnamento è sempre inutile, tranne i casi in cui è superfluo…

    Come ho scritto qualche giorno fa in altro blog ad altro mio, non certo per mia scelta, “acerrimo nemico”:

    Che peccato… esista così tanta tracotanza in rete… ma non solo in essa!

    Indaffarato

  11. anonimo il said:

    caro indaffarato,

    la rete è un luogo finto. E’ tutto artefatto. Le persone, per conoscersi, devono annusarsi, odorarsi, vedersi, sentirsi, toccarsi, sfiorarsi. Oltre che fare esperienze insieme.

    Qui si leggono scritti con certe tonalità. Per cui io sembro incazzato e traconante. Mentre tu nel tuo commento ad agnès sembri beatamente ed angelicamente nostalgico.

    Io interleggo i toni: non basta essere quieto nell’uso delle parole, per avere l’aureola. Mi incazzo perché il 99% dei buonisti qui sono falsi. Vedi Cracas. Amo una sana incazzatura e la preferisco di gran lunga al miele distribuito gratis. (Tanto, cazzo costa?).

    No. Io non ci sto al tuo commento da saccente, nei confronti di Agnès per questioni e faccende legate a comportamenti miei.

    Detto questo, per me non sei affatto un acerrimo nemico. Sei parole al fondo delle quali c’è scritto Indaffarato, parole che ogni tanto mi fanno schizzare sulla sedia.

    Saluti

    marco Giacosa

  12. Ho sempre pensato con la mia testa anche quando ho rifiutato il dialogo con coloro che volevano semplicemente che cancellassi dei nomi e dei cognomi dal mio blog perchè fosse riammesso nel “gotha”. Ho rifiutato per orgoglio e soprattutto per COERENZA con me stessa, perché posso anche chiudere gli occhi di fronte a tutti gli inciuci dell’Italietta che ormai conosciamo fin troppo bene, ma nel piccolo orticello insignificante che è il mio blog non sono disposta ad accettarli. Per ultimo, visto che parliamo di intransigenze, non ho mai potuto soffrire le persone che, per risparmiare tempo e guadagnarci in presenzialismo mediatico, fanno largo uso del copia incolla anche solo per chiedere “come stai cosa ti è successo”. Ho avuto sempre la bruttissima pretesa di sentirmi unica, e di voler essere trattata da tale.

  13. In quanto alle presunte azioni legali da intraprendere, invece, mi sentirei di riutilizzare il termine “aprire la visuale”. Non è con il burocratese che si dissipano le situazioni nebulose. A volte “aprire la visuale” vuol dire vedere l’imperatore nudo, piuttosto che abbigliato di sontuosi abiti di pensiero.

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