Come si cambia

E’ con rammarico, ad un mese e mezzo dall’inizio della scuola, che mi rendo conto che non ascolteremo più Fabio Volo alla radio durante i nostri tragitti in macchina.

No, non mi è sfuggito che ora, alle otto e dieci, c’è Platinette con i suoi doppi sensi (che quasi mi fanno venire voglia di cambiare stazione radio). Finora, però, non avevo concretizzato che E’ FINITA UN’ERA.

foglie  Me ne sono accorta all’improvviso quando, dal viale d’ingresso di scuola, ho sbirciato attraverso la cancellata del vecchio asilo e ho visto la castagnata in pieno svolgimento, con tanto di mamme e papà pronti ad applaudire la canzoncina di turno. Mi è presa una gran botta di nostalgia, soprattutto al pensiero della colletta per i gessetti, all’idea del rotolone di carta igienica difeso coi denti da insegnanti e bidelli, al pensiero del biglietto del key account dentro il portafoglio.

Me ne sono accorta quando ho capito che ora alle otto e mezzo sono di nuovo in ufficio e lì il regime dittatoriale impone la radio sempre spenta. Me ne sono accorta quando ho realizzato che non ascolteremo più  le poesie che mi invogliavano a rispolverare libri e sentimentalizzare parole con gli a capo.

Abbiamo cambiato orari, riferimenti, abitudini. E, come sempre capita quando termina un periodo della vita e se ne apre un altro, non ci siamo accorti della SVOLTA STORICA. E’ come una utunno che sopraggiunge senza far avvertire freddo alle guance.

Ora, però, ne ho preso coscienza. E’ successo esattamente ieri, alla mezza, a ritorno da scuola (sul diario avevo scritto MENSA NO). In corso Langhe i primi mucchi di foglie, spinte a terra con decisione dall’arrivo del freddo. In corso Enotria il semaforo dei lavori in corso. Il sole all’apparenza caldo anche grazie al riscaldamento a palla in auto. Alla radio, Little Steven cantava Bitter fruits. Almeno questo, non è cambiato.

03.11.2006

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5 commenti su “Come si cambia

  1. Questo post me lo ricordavo benissimo. E a distanza di tanto tempo continuo a non capire questa malinconia causa sparizione Fabio Volo…

  2. La malinconia è la mammitudine, il vedere i figli crescere e provare quel misto di felicità e sensazione che stanno sfuggendo… Fabio Volo è solo un pretesto 🙂

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