Novello. Una chiesa, due affreschi. Una finestra con un piccolo scure aperto, una Madonna affacciata. All’altro lato, una finestra chiusa.
Era il maggio del 2003, io guardavo quello scure serrato e interpretavo il mio messaggio. Nessuna Madonna affacciata per me, che per prima non mi perdonavo. Ho tradito, mentito, ho pensato solo a me stessa.
Ancora oggi, in qualsiasi chiesa io entri, per qualsiasi motivo io lo faccia, (per la messa del giorno dei Santi, o per il rosario di venerdi, il funerale di lunedi) mi interrogo. E poi ripenso a quella finestra chiusa. Serrata perchè non ho saputo vivere, amare, lasciare qualcosa di me.
Stamane l’amico e addetto alla rete dell’ufficio viene a trovarmi e mentre rimonta il portatile mi parla un po’ della sua famiglia. Mi racconta della moglie, del loro desiderio di fare un figlio e dei loro problemi per l’endometriosi di lei. Si intristisce sulla narrazione di una serie di visite specialistiche che fanno affiorare un’impossibilità oggettiva.
Penso a me, che ho semplicemente paura. Cosa lascerò invece.
Egoista.
La finestra è sempre chiusa.
07.11.2006